Solimano I, conosciuto in Occidente come Solimano il Magnifico e in Oriente come Solimano il Legislatore (in turco ottomano: سليمان اول, Süleyman-ı Evvel; in turco moderno: I. Süleyman o Kanuni Sultan Süleyman; Trabzon, 6 novembre 1494 – Szigetvár, 6 settembre 1566), fu il decimo e il più longevo sultano dell'Impero Ottomano, regnando dal 1520 fino alla sua morte nel 1566.
Solimano è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi monarchi ottomani. Sotto il suo governo, l'Impero Ottomano raggiunse l'apice della sua potenza militare, politica ed economica. Condusse personalmente gli eserciti ottomani alla conquista di importanti città come Belgrado (1521), Rodi (1522) e Budapest (1526). La sua vittoria nella battaglia di Mohács nel 1526 aprì le porte dell'Ungheria all'Impero Ottomano.
Il suo regno fu anche caratterizzato da importanti riforme legislative. Solimano riorganizzò il sistema legale ottomano, guadagnandosi il soprannome di "Legislatore". Le sue riforme riguardarono il diritto penale, la tassazione e la proprietà terriera.
Sotto il suo mecenatismo, l'Impero Ottomano divenne un importante centro culturale. L'arte, l'architettura e la letteratura fiorirono. Molti capolavori architettonici furono commissionati durante il suo regno, tra cui la Moschea di Solimano a Istanbul, opera dell'architetto Sinan.
Solimano sposò Hürrem Sultan, nota anche come Roxelana, una schiava di origine rutena che divenne una delle figure più influenti nella corte ottomana. Ebbero numerosi figli, tra cui Selim II, che gli succedette al trono. La sua corte fu segnata da intrighi e rivalità tra i suoi figli per la successione.
Solimano morì nel 1566 durante l'assedio di Szigetvár in Ungheria.
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